Joe Biden non si confermerà alla guida della Casa Bianca. Il presidente Usa ha lasciato la corsa dopo molte pressioni del Partito Democratico nella giornata del 21 luglio. In pole per sostituirlo contro Donald Trump la vicepresidente Kamala Harris.
Biden ha lasciato dopo che l’onda lunga del dibattito del 27 giugno contro Trump sembrava averne pregiudicato l’immagine di politico capace di sconfiggere nuovamente The Donald dopo le presidenziali del 2020. L’establishment democratico e il ritiro dei donatori hanno spinto Biden a lasciare la palla al partito, dando un appoggio personale alla sua vice. La mossa a cento giorni dal voto appare senza precedenti e mostra la tensione interna ai dem.
Il New York Times ha riconosciuto nella presidenza Biden un primo biennio dettato da grandi risultati. Biden, scrive il Nyt, “Tra le altre misure, ha promosso un pacchetto di aiuti Covid-19 da 1,7 trilioni di dollari ; un programma da 1 trilione di dollari per ricostruire le strade, le autostrade, gli aeroporti e altre infrastrutture della nazione ; importanti
investimenti per combattere il cambiamento climatico, ridurre i costi dei farmaci da prescrizione per gli anziani , curare i veterani, rafforzare l’industria dei semiconduttori della nazione”. Gli Usa vivono una grande re-industrializzazione sulle tecnologie critiche e green ma il cuore del Paese è profondamente spaesato e si sente impaurito e impoverito da problemi come l’inflazione e i tassi di insicurezza sociale, riferibili da problemi come l’abuso di fentanyl.
Trump vuole riconquistare la Casa Bianca e ad oggi, guida in tutti gli Stati della Rust Belt che saranno decisivi per eleggere il presidente nei sondaggi. Proprio un cantore dell’America periferica e dimenticata, l’ex saggista e oggi senatore dell’Ohio JD Vance, è il vice designato di Trump, di cui è un giovane alter ego 40enne. Con Vance Trump rilancia verso il suo elettorato, ma guarda anche alla nuova base di consenso nell’elite rappresentata dagli imprenditori delle tecnologie di frontiera, nuovi poli di riferimento per il Grand Old Party. Come si è ricordato su InsideOver, è stato palese constatare che “il sostegno di Elon Musk a Donald Trump plasmava la fusione tra la base politica della destra americana, tutta valori libertari, lotta al politicamente corretto e rivolta contro l’ideologia liberal delle città costiere, con un anarco-capitalismo fondato sul potere palingenetico della finanza e degli imprenditori di successo”. Di cui Vance, che ha lavorato col fondatore di PayPal Peter Thiel, può essere il saldatore definitivo nella corsa alla riconquista del potere. In cui Trump si troverà un avversario inatteso fino a poche settimane fa.