L’opera

L’installazione rappresenta un consesso di totem lignei di diverse altezze, da un mt a 2 mt con corpo e testa lavorati con la tecnica yakisugi e filosofia wabisabi.
Essi saranno presentati raccolti intorno al famoso albero sofferente come rappresentazione della compassione di una comunità verso il simile che soffre.
Spingere alla consapevolezza che la nostra non è l’unica specie presente sulla terra è la chiave per una vita “sostenibile”.
Guardare un’altra specie raccolta nel dolore e nell’aiuto dovrebbe spingerci a capire che in questa casa che chiamiamo terra, non siamo soli ma condividiamo l’esistenza con altri esseri viventi che a modo loro provano le nostre stesse emozioni.
E le nostre azioni devono aiutare, non distruggere la casa comune.

L’artista

“Un atelier di sette ettari per realizzare le sue sculture.
Una vocazione adulta, un self made artist, una grande libertà di espressione.
Ecco Marino, non c’è bisogno di fargli tante domande perché lui è un fiume in piena (come il suo Mella, che nasce dal Maniva e dopo 96 chilometri sfocia nell’Oglio, quando è gonfio dopo piogge abbondanti).
Nella sua casa di montagna, circondata da sette ettari di prati e boschi, insieme ai suoi cani e alle capre, trova energia, ispirazione, non disegna, non pittura, sceglie i materiali, legni di recupero, sassi senza nasconderne i difetti, anzi li esalta con il lavoro delle sue mani, sotto la dettatura del cuore e dell’intuizione.
D’altronde – dice lui – madre Teresa di Calcutta era una donna fisicamente minuta, non bella, veniva dall’Albania, un Paese allora dietro la cortina, eppure è diventata una grande star mondiale, conosciuta, amata, apprezzata.
E ha fatto del bene, tanto bene.
Ecco l’arte di Marino Piotti è un po’ come la vicenda umana di questa suora. Lui non taglia l’albero, quando un essere vivente, come un pezzo di legno, come il palo di una tapparella, ha finito il suo uso, lui lo riprende lo fa tornare a vivere con la sua arte, con il suo messaggio onesto.
Talvolta lavora anche il metallo quasi a redimerlo dalla damnatio ad metalla, la condanna ai lavori forzati praticata nell’antica Roma.
Le opere di Marino Piotti, a seconda delle dimensioni, le puoi mettere sul tavolo, nell’ingresso della casa, in un angolo della sala. Non sono suppellettili, non sono arredi, sono opere d’arte che abbelliscono la tua abitazione; sono materiale rigenerato a vita nuova che ci tempra lo spirito e la saggezza del nostro vivere quotidiano.
In molti l’hanno capito e infatti da vicino, come dalla Francia, dagli stati Uniti e altrove vogliono le sculture di Dean Marino”.

Presentazione a cura di Dino Santina
(direttore dell’ Associazioni Artisti Bresciani)