Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato ospite del presidente Confapi Maurizio Casasco, presso la sede della Confederazione nazionale, ed è intervenuto nell’ambito di una videoconferenza dedicata alle strategie del ministero rivolte allo sviluppo sugli scenari esteri delle imprese nazionali.
«Le nostre imprese, delle quali 83mila sono associate a Confapi – ha affermato il presidente Casasco – hanno esigenze strettamente legate a solidi e proattivi rapporti internazionali, intessuti dal ministero del quale è a capo. La cooperazione con il ministro Di Maio è sempre stata positiva, incardinata su una grande attenzione verso le imprese che Confapi rappresenta e anche per questo lo ringraziamo della sua presenza e del confronto attraverso questo incontro virtuale».
Per Apindustria Confapi Brescia è intervenuto il vicepresidente vicario Marco Mariotti, il quale ha sottoposto il doppio tema spinoso legato alle materie prime siderurgiche: rincaro delle quotazioni – con «prezzi più che raddoppiati» – e shortage di disponibilità delle stesse sui mercati. «L’acciaio è una materia prima che alimenta l’attività di migliaia di imprese nel nostro Paese, nel quale è florida l’industria della trasformazione – ha affermato Mariotti -. Il delta tra i costi delle materie prime e dei prodotti dei quali la filiera si approvvigiona si è divaricato straordinariamente, evidenziando ulteriormente la non autosufficienza dell’Europa in termini produttivi. Per contro, è notizia degli ultimi giorni la proroga per un ulteriore triennio delle misure di salvaguardia dell’Ue rispetto all’import di prodotti siderurgici. Cina e Russia, al contrario, con azioni di protezionismo, stanno vedendo le quotazioni stabilizzarsi».
La richiesta di attenzione istituzionale per l’intera filiera siderurgica è stata accolta con favore dal ministro, il quale ha affermato che «non possiamo guardare solo i produttori e l’Italia deve sensibilizzare l’Europa in questa direzione».
Il responsabile del dicastero ha trasmesso una relazione dettagliata delle azioni messe in campo dall’Italia per innalzare – e agevolare – l’internazionalizzazione delle imprese nazionali. Un fitto sistema di promozione del Made in Italy, che è «il terzo brand al mondo per riconoscibilità, ma che non si può sviluppare solo sulle spalle degli imprenditori». Il ministro Di Maio ha ribadito le prospettive di grande ripresa economica stilate dalla Commissione europea e che vorrebbero il Pil tricolore attestarsi ad un +4,7%, a fronte di un -9% inflitto dalla pandemia, «ma con il premier Draghi siamo accordati per un +5%».
Il ministro ha, inoltre, sottolineato come sino a prima dell’inizio dell’emergenza COVID-19 «il 32% del Pil nazionale fosse generato dall’export e il 15% dal turismo»: dati incontrovertibili della strategicità del dicastero degli Esteri e della sua azione per la generazione di una crescita complessiva dell’economia del nostro Paese.
Potenziamento delle ambasciate a supporto dell’attività dell’impresa italiana, Patto per l’Export – sottoscritto anche da Confapi -, finanza agevolata, semplificazione, transizione ecologica e digitale, propiziati dalla potenza di fuoco del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, sono stati alcuni dei temi affrontati dal ministro, alla presenza di quasi 500 partecipanti, con i quali si è innescato un aperto confronto sulle prospettive dell’impresa nel nostro Paese.