Tre immagini contraddistinguono, nel migliore dei modi, il rapporto tra Elon Musk e il nuovo potere federale statunitense nell’era di Donald Trump. La prima immagine risale all’ultimo fine settimana: SpaceX, il colosso spaziale di Musk, ha realizzato tre lanci in pochi giorni per la missione di salvataggio dell’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale e per mettere in orbita pochi satelliti, pareggiando in poco più di 72 ore l’intero quantitativo di lanci fatti dall’Unione Europea nel 2024. La seconda alle ultime settimane in generale: Tesla, il gruppo di auto elettriche del magnate sudafricano, ha perso metà del suo valore in poco più di due mesi, cancellando 150 miliardi di dollari dal patrimonio del suo fondatore. Last but not least, il New York Times ha dedicato a Musk un ampio reportage parlando di “scalata ostile” (hostile takeover) dell’uomo più ricco del mondo al governo federale Usa.

Sono gli specchi di una relazione contraddittoria e complessa in cui, al contempo, Musk si sostituisce agli apparati sistemici americani (spazio), è partecipe delle difficoltà su alcuni settori (auto, con concorrenza cinese) ma muove a un nuovo stadio, in generale, il rapporto tra il capitalismo americano più potente e il sistema di potere federale. Il New York Times fa iniziare la foga di Musk per lo smantellamento dello Stato federale e la sua sostanziale privatizzazione a un incontro elettorale di fine 2023 con l’allora pretendente alla nomination repubblicana Vivek Ramasway, poi ritiratosi per sostenere Donald Trump. “Ciò che è iniziato come una riflessione a una cena si è evoluto in una radicale presa di controllo della burocrazia federale. È stato guidato con una concentrazione frenetica dal signor Musk, che ha incanalato i suoi impulsi libertari e il risentimento per la supervisione normativa delle sue vaste partecipazioni aziendali in una posizione di influenza singolare”, nota il Nyt, aggiungendo che “senza cedere il controllo delle sue aziende, l’uomo più ricco del mondo ha inserito i suoi ingegneri e assistenti all’interno dell’infrastruttura digitale critica del governo”. “Questa è la nostra unica possibilità di ripristinare la democrazia dalla dittatura della burocrazia”, ​​ha scritto Musk su X. Ma i bilanciamenti politici sono ancora tutti da valutare. E guardando ai dati di Tesla, anche il mercato inizia ad avere dubbi sul fatto che il magnate principale dell’industria tech americana sia effettivamente concentrato su quello che dovrebbe essere il suo vero core business.