Dopo la rottura, con conseguente licenziamento del secondo, tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il ministro delle Finanze Christian Lindner l’esecutivo di Berlino, formato dalla coalizione tra i socialdemocratici, partito di Scholz, i liberali di Lindner e i Verdi non esiste più. E in Germania si preparano le grandi manovre per il ritorno alle urne, anticipato di sette mesi rispetto alle previsioni. Il 15 dicembre Scholz si presenterà per il voto di fiducia al Bundestag, il cui fallimento aprirà la strada al voto anticipato convocato per il 23 febbraio. Sarà l’ex sindaco di Amburgo e ex ministro delle Finanze di Angela Merkel a guidare la Spd.
Per diversi giorni si sono rincorse voci che vedevano Boris Pistorius, 64enne ministro della Difesa, sostituire Scholz nella partita elettorale. Ma il politico della Bassa Sassonia ha rifiutato di fare il grande passo. Il ministro è il politico più popolare in Germania, al centro del sostegno tedesco all’Ucraina e della rinnovata spinta sulla Difesa tedesca ed europea: come riporta Politico.eu, Pistorius “ha cercato di creare un duo con il suo omologo francese, Sébastien Lecornu, con cui parla francese. I due ministri sono diventati così intimi che poche ore dopo la conferma della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane del 5 novembre, Pistorius si è recato a Parigi per colloqui con Lecornu per discutere di come l’Europa potrebbe rafforzare la propria sicurezza”. Pistorius, inoltre, “si è anche recato spesso in Lituania per definire i termini dell’impiego permanente di 5.000 soldati della Bundeswehr in questo decennio. A sottolineare il tipo di ripensamento fondamentale che ha avuto luogo negli ultimi anni, la missione baltica sarà il primo impiego permanente di truppe all’estero della Germania dalla Seconda guerra mondiale”.
Il politico della Spd lascerà al cancelliere uscente, in crisi nei sondaggi, il compito di gestire la difficile campagna elettorale. Sarà dura per la Spd, chiamata a gestire un’emorragia di suffragi notevole e la sfida della destra di Afd, che l’ha sorpassata al secondo posto nei sondaggi: 18% contro 15%. In testa, oltre il 30%, vola la Cdu che fu di Angela Merkel e ora schiera l’ex finanziere di BlackRock Friedrich Merz, 70 anni, come segretario.
Merz, si è ricordato su InsideOver, “guuida una Cdu-Csu spostata nettamente più a destra rispetto all’era della Cancelliera e spinta su posizioni conservatrici in campo sociale, rigoriste sul fronte fiscale e liberali in economia, duramente schierata nel contrasto a tematiche come l’immigrazione illegale e decisa a contendere quei consensi che sono in uscita dal campo moderato, principalmente verso la destra di Afd”. Da leader “ha scalato il partito nel 2022, dopo la sconfitta elettorale di Amin Laschet, candidato al voto federale del 2021, ponendo termine a una traversata del deserto iniziata nel 2009, quando si era dimesso dagli incarichi parlamentari in dissenso con la governance di Merkel”. Ora lo attende la grande opportunità della corsa alla Cancelleria Federale: con uno Scholz indebolito e la destra tagliata fuori dal governo, si attende la possibilità concreta del ritorno al potere della Cdu dopo quattro anni di traversata del deserto.