Le elezioni anticipate in Giappone hanno segnato una durissima frenata del Partito Liberaldemocratico (Ldp), formazione di destra, conservatrice e nazionalista che governa il Paese dal 2012 ed è stato al centro della politica nipponica dalla formazione, avvenuta nel 1955. L’Ldp è sceso da 247 seggi a 190, ben lontano dalla soglia per la maggioranza fissata a 233 nella Dieta Imperiale di Tokyo. Il centrista Partito Democratico Costituzionale (Pdc), principale partito di opposizione, ha ottenuto 146 seggi, guadagnandone 48.  Il primo ministro Shigheru Ishiba, ex ministro della Difesa, è salito al potere solo un mese fa con l’obiettivo di moralizzare l’Ldp, colpito da duri scandali sulla mala gestione di fondi elettorali e rimborsi, e ha spinto sul voto anticipato col fine di presentarsi come moralizzatore della politica nipponica e provare a cristallizzare una situazione in cui la sfiducia verso la sua formazione andava aumentando vertiginosamente. Ebbene, il calcolo non è riuscito ed oggi il partito che ha guidato il rilancio del Paese dopo la Grande Recessione, soprattutto nell’era del defunto Shinzo Abe, si trova di fronte al serio rischio di perdere il potere se Yoshihiko Noda, ex primo ministro e capo del Pdc, riuscirà a plasmare una coalizione anti-Ldp puntando sulle fratture che il partito di governo lascia in eredità: quale futuro per un’economia colpita da alta inflazione e bassa crescita? In che direzione andare per governare uno sviluppo tecnologico che vede Tokyo chiamata a contribuire all’asse occidentale contro la Cina? Quali risposte al profondo declino demografico del Paese? Soprattutto, quale rotta geopolitica per Tokyo in un Indo-Pacifico sempre più competitivo in cui la scelta di Abe e successori è stata quella del riarmo massiccio? Come ha ricordato l’esperto di Asia Federico Giuliani, Lo scandalo sui fondi neri che ha travolto alcuni esponenti di spicco dell’Ldp nonché l’elevata inflazione nazionale (elevata per il Giappone) e la proposta di Ishiba di creare una Nato asiatica, hanno

evidentemente penalizzato il Partito Liberal Democratico. Che adesso rischia davvero di perdere il controllo della cabina di regia del Paese” in una fase di grandi fratture interne.