Dal 22 al 24 ottobre la città di Kazan, in Russia, è stata sede del 16esimo vertice del gruppo dei Brics, forse il più saliente dalla nascita del forum inizialmente orientato a coordinare Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e da quest’anno esteso a Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Etiopia ed Egitto, con molti Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina in fila per entrare.

I Brics oggigiorno rappresentano il 46% della popolazione e un terzo del Pil mondiale e i Paesi membri controllano circa un quinto delle riserve auree e valutarie del pianeta. Il forum è spesso stato presentato via stampa come un tentativo della Russia di Vladimir Putin di non mostrarsi isolata, ma la presenza di un ampio novero di leader, come i presidenti di Cina e India, Xi Jinping e Narendra Modi, e del segretario Onu Antonio Guterres ha dato un peso ulteriore a un incontro che ha parlato, soprattutto, al “Sud Globale” verso cui indirizzare sforzi per modernizzare le istituzioni finanziarie e politiche di governance globale e accelerare la de-dollarizzazione.  La retorica che i Brics usano per spezzare le differenze interne è quella dell’obiettivo comune in campo economico-finanziario

I paesi BRICS, mirando a ridurre la dipendenza dal dollaro e dal sistema economico dominato dall’Occidente, hanno avviato il sistema di pagamento BRICS Pay, una risposta “terzomondista” al sistema Swift progettato per facilitare transazioni finanziarie che utilizzino come sottostanti panieri di valute indipendenti dal dollaro statunitense. In questo contesto, come ricordato su Sky Insider, la composizione del gruppo, che comprende sia importatori di risorse energetiche (come Cina e India) sia esportatori di

gas e petrolio (come Russia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e, in prospettiva, Azerbaigian), offre una base strategica per sperimentare l’allontanamento dal dollaro nei mercati energetici, considerati un banco di prova essenziale per la de-dollarizzazione.

Questa spinta verso un nuovo paradigma influisce anche sugli equilibri tra l’Occidente e altre nazioni in scenari diversi. Un esempio recente è il summit del Commonwealth nelle Samoa, dove molte ex colonie hanno chiesto al Regno Unito di avviare un processo di risarcimento per i danni storici del colonialismo e della schiavitù. Questo segnale riflette la crescente disaffezione verso la leadership occidentale, fondata su una visione euro-atlantica che oggi è messa in discussione da un Sud Globale sempre più assertivo e dalle divisioni tra Occidente e resto del mondo. Da cui i Brics traggono consenso.