Ursula von der Leyen ha visto indicati da tutti e ventisette i Paesi membri i nomi per il ruolo di Commissario europeo che dovranno affiancare l’ex ministro della Difesa tedesco nel suo secondo mandato alla guida dell’esecutivo europeo. Ora ci si aspetta un’ampia fase di negoziazione per l’assegnazione dei portafogli più pesanti.

Essenzialmente, le partite aperte si possono dividere in almeno tre ordini in base al peso politico dei Paesi e dei nominati. Il primo livello è quello della competizione per la scelta dei ruoli strategici nei settori caldi per determinare la linea politica della Commissione. Parliamo, in particolare, delle cariche pesanti degli Affari Economici, della Concorrenza e del Green Deal. Non a caso molti Paesi di spicco hanno schierato ministri di peso o commissari uscenti che hanno disegnato le strategie di primo piano dell’Europa di ieri. Sul primo fronte, l’Italia ha nominato il Ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto, la Spagna il Ministro della Transizione Ecologica Teresa Ribera. La Francia, sul secondo fronte, ha riconfermato come suo uomo il super-commissario all’Industria Thierry Breton.

Secondo tema sarà capire quanto il von der Leyen-bis asseconderà le tendenze al ritorno dell’austerità che nei mesi scorsi sono emerse e che Paesi come l’Italia temono possano portare con sé un rigore crescente sui conti pubblici. In quest’ottica, i tre nominati di Lettonia, Olanda e Austria lasciano presagire la costituzione di un terzetto di

commissari orientati a una grande attenzione sul tema: il vicepresidente della Commissione uscente ed ex premier di Riga Valdis Dombrovskis, l’ex ministro delle Finanze olandese, rivale dell’Italia ai tempi del Covid-19, Wopke Hoekstra, e l’attuale ministro delle Finanze austriaco Magnus Brunner si preannunciano come un terzetto di falchi pronto a evitare ogni scossone fiscale.

Infine, sarà da capire l’indirizzo di politica estera e sicurezza che la Commissione avrà. La scelta della premier estone Kaja Kallas per la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) lascia pensare a una tendenza al consolidamento del distacco con la Russia e della saldatura Ue-Nato. Bisognerà capire se la nomina attesa di un Commissario alla Difesa incentiverà questo trend, tra i più attenzionati del quinquennio decisivo che attende il von der Leyen-bis.