Tre giornate elettorali in una settimana per due dei maggiori Paesi d’Europa. Il 30 giugno e il 7 luglio si svolgeranno, rispettivamente, il primo e il secondo turno delle elezioni legislative in Francia convocate dal presidente Emmanuel Macron dopo lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale decretata a seguito del risultato-choc delle elezioni europee, che hanno punito duramente Ensemble, il partito di maggioranza del capo dello Stato, e segnato l’avanzata dell’ultradestra del Rassemblement National. La Francia voterà per eleggere i 577 deputati che saranno promossi da altrettanti collegi a doppio turno.

In mezzo, il 4 luglio, si svolgerà il voto nel Regno Unito, che rinnoverà la Camera dei Comuni pochi mesi prima della scadenza naturale della legislatura, che sarebbe caduta a dicembre. Il primo ministro Rishi Sunak, del Partito Conservatore, ha deciso lo scioglimento anticipato per riportare il Paese alle urne d’estate come non succedeva dal 1945.

In entrambi i Paesi la geografia politica potrebbe essere profondamente stravolta. In Francia le elezioni anticipate hanno segnato un forte compattamento della sinistra unita, dai socialisti ai radicali e ai comunisti, nel Fronte Popolare, mentre il Rassemblement di Marine Le Pen si conferma nei sondaggi forza di maggioranza relativa e mira a unire tutto il campo di destra per salire dagli 80 deputati attuali alla possibilità di una storica maggioranza assoluta. Per entrambi, l’obiettivo è imporre da qui alla fine del mandato a Macron la coabitazione tra un presidente in calo di popolarità e un premier di colore politico diverso. Sfida cruciale in un Paese che vive grandi tensioni sociali interne, ereditate dall’età delle proteste dei Gillet Gialli, e si trova di fronte alla minaccia di una procedura d’infrazione sui conti pubblici da parte della Commissione Europea.

Nel Regno Unito il Partito Conservatore governa da ben 14 anni consecutivi e ha affrontato diverse sfide, dalla Brexit alla pandemia, con cinque primi ministri differenti. Ora la sua energia politica sembra esaurita e chi potrebbe tornare al potere è il Partito Laburista, dato in una maggioranza sostanzialmente schiacciante che in molti sondaggi supera i 350 seggi su 650. I Conservatori dovranno lottare per la loro stessa sopravvivenza politica ora che alla guida del loro rivale a destra, Reform Uk, è tornato Nigel Farage, “tribuno” della Brexit.

Aggiungendo ai cambi di governo possibili in Francia e Regno Unito la sfida della Germania, con la coalizione di Verdi, Socialdemocratici e Liberali bocciata alle Europee, si nota come dei grandi Paesi europei solo l’Italia appaia oggi dotata di una sostanziale stabilità politica e della ri-strutturazione di un bipolarismo più ordinato. Un dato in controtendenza rispetto al tradizionale vento che soffiava sull’Italia. E un segno del peso del riequilibrio politico in atto in Europa.