L’Europa sanziona (in parte) il gas russo. Due anni e mezzo dopo l’invasione dell’Ucraina, Bruxelles ha deciso di promuovere la prima tornata di sanzioni contro l’oro blu di Mosca. Lunedì, l’Unione Europea ha introdotto nuove sanzioni contro la Russia in risposta alla sua aggressione militare contro l’Ucraina. Le misure punitive si concentrano sulla flotta di navi cisterna russe che trasportano gas naturale liquefatto (GNL) attraverso l’Europa e coinvolgono diverse società. Durante un incontro a Lussemburgo, i ministri degli Esteri dell’UE hanno concordato un ulteriore sostegno finanziario per aiutare l’Ucraina a difendersi.

Per forzare la Russia a utilizzare rotte energetiche più costose, l’UE ha vietato i servizi di liquefazione e carico del gas naturale liquefatto russo russo nei porti europei in cui tali servizi risultino finalizzati alle operazioni di vendita verso paesi esterni ai Ventisette.. Nel 2022, tra 4 e 6 miliardi di metri cubi di GNL russo sono stati spediti verso paesi terzi attraverso i porti dell’UE. La Russia è sospettata di gestire una “flotta fantasma” di circa 400 navi per eludere le sanzioni e mantenere i flussi di entrate energetiche necessari per finanziare la guerra.

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, Mosca ha ridotto le forniture di gas all’Europa, che ha aumentato le importazioni di GNL, principalmente dagli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono diventati il principale fornitore di gas per l’Europa nel settembre 2022, rappresentando circa un quinto della fornitura della regione nel 2023. Tuttavia, secondo i dati dell’ICIS, le spedizioni di gas e GNL attraverso le tubazioni russe hanno rappresentato comunque il 15% della fornitura totale verso UE, Regno Unito, Svizzera, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Macedonia del Nord il mese scorso.

Questa dinamica avviene in un contesto di crescente importazione europea di GNL russo, nonostante la pressione di alcuni paesi dell’UE per ulteriori sanzioni. La Russia ha interrotto l’invio di gas attraverso i gasdotti verso l’Europa nord-occidentale a metà del 2022, ma continua a fornire gas tramite gasdotti attraverso l’Ucraina e la Turchia. La domanda di gas in Europa rimane relativamente bassa, con livelli di stoccaggio vicini ai massimi storici per l’inizio dell’estate.

La Chatman House, del resto, ricorda che molti accordi-quadro per la fornitura di gas naturale sono, in forma diretta o meno, legati a Mosca anche quando non coinvolgono o sostituiscono le forniture russe. Ad esempio “l’attuale presidente della Commissione europea von der Leyen ha stretto accordi per importare gas dall’Azerbaigian, nonostante parti delle infrastrutture critiche necessarie per trasportare questo gas nell’UE siano di proprietà di Lukoil, una compagnia energetica russa sulla lista delle sanzioni statunitensi. Per soddisfare la crescente domanda di gas dell’UE, l’Azerbaigian a sua volta ha stretto un accordo con la Russia per aumentare la domanda e bilanciare le esportazioni e il mercato interno”. Un esempio tra tanti su quanto sia

complesso non dipendere più da un Paese come la Russia. Che può uscire dalla porta per tornare dalla finestra.