Non più solo petrolio ed energia, ma cooperazione a tutto campo: tra Unione Europea e Paesi del Golfo la diplomazia, gli accordi economici e le sinergie politiche avanzano a tutto campo. E l’Europa prova a trovare un affaccio su una regione che storicamente è stata strategica per la grande vicinanza sulle materie energetiche ma ha oggi un’importanza globale come motore di investimenti, perno commerciale e hub diplomatico in un Medio Oriente tornato a infiammarsi con la guerra di Gaza a partire dall’ottobre scorso.
Va sottolineato, in quest’ottica, lo svolgersi a fine aprile del Forum di alto livello sulla sicurezza e la cooperazione regionale tra l’UE e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, che riunisce Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Qatar, Kuwait e Oman. Il tema centrale è stata la cooperazione Ue-Golfo su temi chiave come la diplomazia e le grandi crisi internazionali, comprese le ricadute su temi legati alla cooperazione Ue-Golfo sulla scienza, l’innovazione e lo
sviluppo tecnologico.
A presiederlo, l’Alto Rappresentante Europeo per le Politiche Estera e di Sicurezza, Josep Borrell, l’inviato speciale dell’Ue nel Golfo, Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri italiani e regista di questo nuovo formato diplomatico, e il segretario generale del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC), Jasem Al Budaiwi.
Parliamo di un nuovo fermento legato a diversi scenari: l’emergere di piani ambiziosi da parte dell’Arabia Saudita per la digitalizzazione, la transizione green e lo sviluppo infrastrutturale; l’ascesa del Qatar come venditore di gas naturale liquefatto e pivot del dialogo nella guerra di Gaza; il dinamismo finanziario e tecnologico degli Emirati Arabi Uniti; la continua crisi del Mar Rosso che investe in termini securitari la responsabilità dei Paesi del Golfo Persico; lo sviluppo dei grandi corridoi commerciali transcontinentali e transoceanici che hanno modificato le prospettive strategiche dei rapporti internazionali tra potenze. Al recente G20 indiano Paesi come gli Emirati Arabi hanno firmato il memorandum per il corridoio India-Medio Oriente-Europa (Imec) oggi tornato oggetto di discussione dopo i raid Houthi nel Mar Rosso. Vie connettive alternative alle “Vie della Seta” cinesi possono plasmare l’asse Ue-Golfo già oggi rinforzato dalla rete di cavi sottomarini transoceanici che blindano le reciproche connessioni digitali. Aggiungere un forum politico al tradizionale business forum bilaterale, giunto alla settima edizione, mostra una nuova primavera dei rapporti col Golfo che ha valenza economica, strategica e geopolitica.