Dopo il Covid-19, la Spagna sta conoscendo una fase ampiamente espansiva della sua economia e del suo sviluppo. La Banca di Spagna prevede che l’economia spagnola crescerà quest’anno dell’1,9%, il governo di Pedro Sanchez prevede un +2% e il dato appare triplo rispetto alla media dell’Unione Europea: +0,6%.

Un mismatch notevole tra Madrid e il resto dell’Europa che fotografa la fase virtuosa vissuta dall’economia della Spagna. In cui gli indicatori della manifattura e dell’impresa sono in crescita. “Confrontando i prezzi per le esportazioni di questi servizi con i prezzi delle importazioni, osserviamo forti cali dal 2019. La crescita del valore unitario delle vendite estere di servizi turistici è rimasta indietro del 5% rispetto alla crescita dei prezzi delle importazioni di questi servizi”, nota la banca BBVA in una sua ricerca. “Un fattore che potrebbe favorire il miglioramento della competitività potrebbe essere il mercato del lavoro spagnolo più flessibile che altrove in Europa, grazie ad un tasso di partecipazione alla forza lavoro più elevato, in particolare dei residenti stranieri in Spagna, e all’immigrazione”, aggiunge l’importante istituto basco.

Importante anche la tenuta dei consumi, saliti del 5% nell’ultimo trimestre, con la spinta della lotta all’inflazione, al 3,3% a marzo su base stagionalizzata, sotto le aspettative.

Sotto la guida del governo socialista di Pedro Sanchez, con il sostegno della sinistra radicale di Podemos, oggi Sumar, Madrid ha implementato una serie di interventi anti-ciclici. Queste misure hanno avuto un impatto significativo sulla protezione della domanda dalle distorsioni causate dall’inflazione, sulla salvaguardia dei redditi più bassi, sull’occupazione e sulla mitigazione degli effetti dell’aumento dei costi energetici. Secondo l’economista Jorge Uxo, queste azioni sono state decisive nel contenere l’aumento dei prezzi.

Circa un paio di anni fa, la Spagna, in collaborazione con il Portogallo, ha introdotto un limite ai prezzi del gas. Nel maggio 2022, è stato stabilito un massimale per il prezzo del gas utilizzato dalle centrali elettriche dei due paesi della penisola iberica. Il limite è stato fissato inizialmente a 40 euro e successivamente a 50 euro per ogni MWh, con interventi pubblici volti a ridurre la differenza con il prezzo di mercato.

Le politiche abitative e l’impegno a limitare l’aumento degli affitti al 2% nel 2023 e al 3% nel 2024 hanno prodotto risultati altrettanto impressionanti. Tuttavia, la vera svolta è avvenuta con la stretta sui contratti a termine promossa nel 2022 con la riforma del lavoro. Questa riforma ha avuto un grande successo, portando all’attivazione di 13,9 milioni di contratti a tempo indeterminato. Questo boom ha contribuito ad aumentare la sicurezza economica, stabilizzare i salari e proteggere i consumi, attenuando l’impatto dell’inflazione erosiva sull’economia.