L’amministrazione Biden ha avviato una nuova battaglia contro i veicoli cinesi, in particolare quelli elettrici. Questa mossa ricorda l’approccio “trumpiano” del 2019-2020, quando Trump ha sfidato la Cina sul Covid e sulla guerra commerciale. Oggi, Biden sta facendo lo stesso con le auto cinesi, soprattutto quelle elettriche. Ciò che è in gioco è il
futuro del suo grande piano industriale, l’Inflation Reduction Act, la stabilità del Partito Democratico nella sua base elettorale della Blue Belt operaia dei Grandi Laghi, e la determinazione a non cedere alle ambizioni cinesi.
Recentemente, Biden ha chiesto al Dipartimento del Commercio di indagare sui “veicoli connessi con tecnologia proveniente da paesi preoccupanti” e di agire per rispondere ai rischi legati ai prodotti Made in China. Questa mossa sottolinea l’attenzione sulla sicurezza dei dati dei veicoli ad alta tecnologia, molti dei quali saranno veicoli elettrici
Negli Stati Uniti, l’importazione di veicoli cinesi è limitata da una tariffa del 27,5%, che ha ridotto la loro competitività economica nonostante i loro prezzi più bassi. Biden sta cercando di frenare l’espansione cinese utilizzando la sicurezza nazionale come strumento per regolare gli investimenti.
Per proteggere l’industria manifatturiera americana, come evidenziato da Axios, Biden ha preso di mira BYD, un produttore cinese di auto elettriche che ora vende più veicoli di Tesla in tutto il mondo. Quando BYD ha recentemente lanciato un veicolo elettrico da 11.000 dollari, ha affermato che il prezzo avrebbe scosso i produttori di auto a benzina.
Questi produttori sono impiegati da molti elettori del Michigan, della Pennsylvania e del Winsconsin, stati che Biden ha riconquistato nel 2020 dopo la vittoria di Trump nel 2016. Biden ha ricevuto il sostegno dell’Uaw, il più grande sindacato americano, per la sua corsa alla Casa Bianca e sta cercando di colpire la Cina per mantenere questo vantaggio politico.
Non essendo presenti produttori di auto elettriche cinesi negli Stati Uniti, nessuna azienda è quotata a Wall Street, quindi gli effetti della strategia di Biden sul mercato azionario non possono essere calcolati nel breve termine. In Cina, Byd ha perso un quarto del suo valore in un anno a causa della crisi borsistica di Shanghai e Hong Kong, ma è rimasta sostanzialmente stabile dall’inizio del 2024.
L’entrata al Nasdaq o all’S&P500 comporterebbe l’adempimento agli obblighi di trasparenza del mercato azionario americano, cosa che i grandi gruppi cinesi non sono disposti a fare. Gli Usa, dunque, pongono barriere. Resta l’Europa: nella guerra globale dell’auto elettrica la trasformazione della partita industriale in sfida tecnologica e geopolitica apre a diverse prospettive che rendono doveroso condividere riflessioni riguardanti l’assetto comunitario sulla svolta all’elettrico nel 2035. Che rischia di consegnare l’industria europea alla competizione tra i due grandi giganti globali, vaso di coccio tra vasi di ferro economici, industriali, tecnologici.