Dopo il recente incontro a San Francisco tra Joe Biden e Xi Jinping, Cina e Stati Uniti consolidano il loro dialogo bilaterale. Il 14 dicembre il Financial Times ha comunicato che Michael Chase, il massimo funzionario della difesa statunitense per la politica cinese, ha recentemente incontrato il maggiore generale Liu Zhan, l’addetto alla difesa cinese a Washington prima che Biden e Xi concordassero a San Francisco di ripristinare il confronto tra i vertici politici, militari e d’intelligence. Tutto il mondo ha a che fare con la nuova rivalità globale Cina-Usa e spesso si parla di una “nuova Guerra Fredda”. Tale espressione va intesa sia nel senso di minaccia che di opportunità. Oggi più che mai Usa e Cina necessitano di capire i campi in cui desiderano competere e quelli in cui è possibile un confronto. La Guerra Fredda era confronto tra i blocchi, oltre che dialogo. Alessandro Politi, direttore della NATO Defense College Foundation, alcuni mesi fa ha auspicato tra le due superpotenze un reset dei rapporti alla luce dell’ultimo comunicato del summit NATO in cui in relazione alla Cina “ si parla anche della necessità di una convivenza con l’avversario, riscoprendo alcune sagge categorie dell’epoca della Guerra fredda”. Chiaramente sfida e opportunità vanno di pari passo. Un dialogo globale Cina-Usa può raffreddare le questioni più imperanti nella diatriba tra potenze.
Ma a dicembre si è capito che alcuni settori economici e industriali saranno esclusi dall’appeasement. Ad esempio, l’IRA, il maxi-piano di Biden per stimolare investimenti strategici in settori legati alla transizione green, sta decollando e invitando le aziende della filiera energetica USA al decoupling dalla Cina. Sui chip, sono di recente stati emessi nuovi protocolli da parte del Comitato per gli investimenti stranieri negli USA che impongono uno stop all’uso di tecnologia cinese nei dispositivi industriali americani che abilitano l’Ia e l’internet delle cose.
Un fatto che si ripercuoterà sui produttori di tutto il mondo
- Per aziende e settori industriali ad alto valore aggiunto e alta proiezione globale come quello bresciano la “nuova Guerra Fredda”, se normata e regolata, può offrire opportunità e sfide. In primo luogo, una fine dell’uso smodato di sanzioni ed embarghi come armi commerciali può favorire un clima generale favorevole su scala globale a commerci e investimenti. Ma al contempo anche le aziende bresciane dovranno selezionare partner e filiere, in settori critici, che tengano presente del mutato clima geopolitico e strategico. Per chi lavora in settori strategici lavorare sia nel campo atlantico che al fianco di Pechino, ad esempio, sarà sempre più difficile