All’impennata dei costi della energia e delle materie prime che sta minando la ripresa di tutto il nostro sistema produttivo, si sta aggiungendo la possibile prossima carenza delle etichette autoadesive, un prodotto trasversale necessario al funzionamento di tutte le filiere produttive e commerciali.
Lo stato di agitazione che da gennaio sta interessando il colosso finlandese Upm, realtà che detiene il 40% del mercato internazionale nella produzione di carta e in particolare di quella adesiva destinata alla produzione di etichette, sta provocando, infatti, anche in Italia forti ripercussioni, finora sottovalutate.
In enorme difficoltà non sono solo le imprese del settore carta che producono etichette, ma anche altre filiere dal momento che verrebbe a mancare un prodotto, considerato da “mercato secondario”, ma in realtà strategico per far arrivare nei punti vendita i prodotti finiti.
Per dare l’idea delle dimensioni del problema, basti ricordare che in Europa vengono trasformati ogni anno 8 miliardi di metri quadrati di materiale autoadesivo, pari a circa 240 miliardi di etichette necessarie. Etichette applicate per identificare come imballo primario prodotti alimentari, vini e alcolici, medicinali, prodotti per la detergenza e per l’igiene personale. Ma anche per veicolare tutte le spedizioni logistiche.
Per questo Confapi auspica interventi immediati che coinvolgano le istituzioni e tutti gli addetti ai settori interessati.